
Gli ordini coinvolti
Come detto, gli ordini convocati in via Arenula non hanno voluto rendere nota la proposta di revisione della conciliazione obbligatoria, entrata in vigore il 21 marzo scorso, che porteranno sul tavolo di Alfano. «Con il ministro i dialoghi non sono mai cessati», afferma il presidente dell'Ordine di Roma, Antonio Conte, «e all'assemblea delle Camere penali ha espresso il desiderio di interloquire con gli ordini più rappresentativi, rendendosi conto che sono quelli che hanno il polso della situazione a livello territoriale». Secondo il presidente dell'Ordine di Palermo, Enrico Sanseverino, «è importante aprire nuovamente il dialogo con il ministro. Domani (oggi, ndr) verificheremo la disponibilità di tutti a trovare un punto di incontro tra le aspettative e le esigenze dell'avvocatura da un lato e della politica dall'altro». Sarà presente anche l'Unione triveneta. «Valutiamo molto positivamente questa iniziativa», dice il presidente, Antonio Francesco Rosa, «riguardo alla posizione critica dell'Oua, a mio parere l'interesse comune dell'avvocatura è arrivare a un chiarimento costruttivo su questa tematica superando qualsiasi conflitto». Unione Triveneta che rappresenterà, tra gli altri, l'Ordine degli avvocati di Venezia, tra i più duri contestatori della linea di protesta avanzata dall'Oua. «La nostra posizione sarà rappresentata al ministro dall'Unione Triveneta», spiega il presidente, Daniele Grasso, «ma abbiamo in previsione anche di avviare contatti diretti con via Arenula e i dirigenti per far pervenire le nostre indicazioni di supporto nella modifica della normativa».
La denuncia dell'Oua
Dura, invece, la protesta dell'Oua contro il comportamento di Alfano, che ha escluso dal tavolo buona parte della categoria. Secondo il presidente, Maurizio de Tilla, che di compromesso non vuole neanche sentir parlare, è infatti «inaccettabile che il ministro non voglia riconoscere l'impegno e la protesta dell'avvocatura. Duecento mila avvocati hanno manifestato, con l'astensione dalle udienze e con due grandi incontri a Roma, la contrarietà alla mediaconciliazione obbligatoria». «In tutta Italia», attacca ancora de Tilla, «si registrano assemblee di avvocati che chiedono al ministro Alfano di abrogare la obbligatorietà della mediaconciliazione». Secondo l'Oua, insomma, l'iniziativa del guardasigilli «rischia di essere dettata dalla prossimità della tornata elettorale, piuttosto che dal merito dei problemi avanzati in questi mesi».