
Il pressing dei ministeri. Sul finire dell'anno scorso, tutti gli enti previdenziali dei professionisti hanno inviato ai ministeri vigilanti i bilanci tecnici con le proiezioni a 50 anni per dimostrare di avere la sostenibilità a 30 anni. Dall'analisi dei documenti attuariali, almeno quattro casse (insieme a quella dei ragionieri ci sarebbero anche quelle dei giornalisti, dei medici e dei geometri) sono risultate prive di quella solidità chiesta dalla Finanziaria 2007. Da qui le lettere destinate agli istituti pensionistici. Nel caso dei ragionieri, visto il crollo di nuovi iscritti a seguito della nascita dell'albo unico, la riforma che il consiglio di amministrazione dovrà fare nel giro di sei mesi potrà contemplare fra le altre cose l'apertura delle porte a quelle professioni affini dell'area economico-contabile e prive di copertura previdenziale in modo da ampliare la base dei contribuenti (si veda ItaliaOggi di ieri).
La cassa interdisciplinare. L'idea di una cassa allargata ad altre figure (come i circa 10 mila revisori legali dei conti non commercialisti) risale ad un anno fa. Saltarelli, infatti, stufo di incassare il no dell'ente dei dottori commercialisti a qualsiasi ipotesi di percorso previdenziale comune, uscì allo scoperto per annunciare il progetto di voler aggregare quei professionisti senza un ordine di riferimento (si veda ItaliaOggi del 18/3/2010). Un'idea in grado di riportare i conti in ordine ma anche di far saltare sulla sedia i vertici della categoria per via dell'indiscrezione che fra i nuovi iscritti alla Cnpr potevano esserci anche quei tributaristi bollati da sempre come «abusivi della professione». Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, Saltarelli nel tempo ha sempre coltivato buoni rapporti con i vertici di una associazione che conta oltre 5 mila professionisti (attualmente iscritti alla gestione separata dell'Inps e tenuti ad un versamento del 26,70% sui propri redditi).
La svolta di Cassino. Ma se ancora oggi i tributaristi all'ente dei ragionieri risultano indigesti ai commercialisti, almeno sui revisori qualche segnale di apertura lo si doveva dare. Così il numero uno del Consiglio nazionale, Claudio Siciliotti, ha fatto la sua parte andando recentemente a trovare i vertici dell'Istituto nazionale dei revisori legali riuniti a Cassino per siglare un patto di non belligeranza in nome del futuro della revisione legale dei conti (si veda ItaliaOggi dell'8 aprile). Una partecipazione che, però, non è passata inosservata. Soprattutto a molti che hanno notato, a margine dei lavori, Paolo Saltarelli (anch'egli presente), Claudio Siciliotti e Virgilio Baresi (Inrl) riunirsi in conclave per una decina di minuti. Un incontro a tre non tanto per discutere del futuro previdenziale ma per far cessare ogni ostilità. E dire senza dire che questo matrimonio si può fare.