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Giudici onorari in sciopero fino a venerdì

del 05/04/2011
di: Anna Irrera
Giudici onorari in sciopero fino a venerdì
Cinque giorni di astensione dalle udienze per l'intera magistratura onoraria. È iniziato ieri e si concluderà venerdì 8 aprile, lo sciopero di giudici di pace, Giudici onorari di tribunale e Vice procuratori onorari, contro la mancata riforma della categoria. Attualmente, infatti, la prosecuzione delle funzioni delle toghe onorarie viene disposta con un atto dell'esecutivo, che si estrinseca in una proroga anche trimestrale. «Protestiamo contro il mancato rispetto dell'impegno di assicurare la continuità del mandato», si legge in una nota dell'Associazione nazionale giudici di pace. «Solo con tale riforma», prosegue la nota, «è possibile garantire la necessaria autonomia e indipendenza del giudice e quindi il rispetto del diritto del cittadino ad una giustizia giusta ed efficiente».

Ieri, a Napoli, nel corso della manifestazione nazionale «I giudici incontrano i cittadini», il presidente nazionale Vincenzo Crasto e i dirigenti dell'Angdp hanno spiegato ai cittadini le ragioni dello sciopero. «I soli giudici di pace trattano oltre il 50% del contenzioso in materia civile», ha reso noto l'Associazione, «si occupano della delicata materia dell'immigrazione e già attuano il processo «breve» (in media un giudizio dura meno di un anno), ma non godono di alcuna tutela previdenziale ed assistenziale in caso di maternità, malattia e infortuni sul lavoro e non godono di ferie retribuite». Nell'ultimo decennio la magistratura di pace ha definito oltre 15 milioni di procedimenti. Attualmente definisce circa 2 milioni di procedimenti l'anno suddivisi nelle materie civile e penale. «Anche la qualità dei provvedimenti è notevole», ha proseguito l'Angdp, «solo il 5% della sentenze emanate nel settore civile è oggetto di impugnazione».

La protesta ha altresì ad oggetto il mancato adeguamento dell'indennità secondo gli indici Istat, come previsto dalla legge istitutiva 374/91, ma mai avvenuto dal 1999 ad oggi. «Per cui», si legge nella nota dell'Angdp, «mentre altri impiegati pubblici hanno goduto di aumenti fino al 35% ai magistrati di pace non è stato riconosciuto alcunché». Inoltre, secondo la magistratura onoraria, l'attuale status «è in palese contrasto con la Carta costituzionale e le norme comunitarie in tema di magistrati onorari». In particolare la categoria denuncia il contrasto con la Carta dei diritti fondamentale dell'Unione europea, la Carta di Strasburgo e con la raccomandazione del 17 novembre 2010 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa Cm/Rec (2010) 12.

«Il silenzio del ministero dopo l'annuncio di questa astensione», ha commentato ieri la Federazione dei magistrati onorari di tribunale (Federmot), «conferma il disinteresse del governo per i problemi veri della giustizia». «Prova ne sono le riforme», ha proseguito Federmot, «che il Governo si affretta a varare: dal processo breve (che, invece, ha come unico effetto la prescrizione dei reati nell'interesse di una giustizia meno efficiente), al reclutamento di 600 giudici ausiliari tra avvocati dello Stato e magistrati a riposo (costo 12 milioni di euro all'anno, finanziato con l'ulteriore aumento del contributo unificato nei giudizi d'impugnazione, varrà, secondo una previsione ottimistica, a garantire ai cittadini appena 60 mila sentenze di più all'anno)».

Sempre ieri l'Organismo unitario dell'Avvocatura ha espresso la propria solidarietà alle ragioni poste a fondamento dell'astensione delle toghe onorarie. Maurizio de Tilla, presidente Oua, ha dichiarato: «I giudici di pace non godono di alcuna tutela previdenziale (che era invece prevista per i giudici onorari aggregati) e assistenziale: sono in buona sostanza lavoratori “in nero” dello Stato».

«Per tutte queste ragioni l'Oua non solo condivide le ragioni della protesta», ha concluso de Tilla, «ma ha anche he formulato un progetto di riforma sul giudice laico, già trasmesso al governo che risponde proprio alle esigenze poste a fondamento della proclamata astensione dei giudici di pace».

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