
L'Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili non può astenersi dal criticare duramente un'iniziativa che, ancora una volta, svuota di senso l'obbligo della formazione professionale continua. La Fpc è divenuta obbligatoria nel 2003: ne abbiamo sostenuto con forza l'introduzione e continuiamo a ritenere che l'aggiornamento professionale sia un dovere, ancor prima che una prerogativa della nostra professione. Se questo è vero, allora iniziative come quella in commento sono assolutamente censurabili perché avallano le teorie di quanti attribuiscono alla Fpc una valenza meramente formale, ritenendola niente di più che un adempimento burocratico da assolvere con il minor sforzo possibile.
Questa proroga peraltro risulta offensiva per quanti hanno regolarmente osservato l'obbligo, raggiungendo il traguardo, tutt'altro che impossibile, dei 90 crediti nel triennio. E al riguardo, non sfugge l'evidente disparità di trattamento tra gli iscritti che consegue all'adozione di provvedimenti di proroga solo da parte di alcuni ordini territoriali. Disparità di trattamento che basterebbe di per sé a giustificare ricorsi da parte di tutti quegli iscritti, non in regola con l'obbligo formativo, ai quali verrà preclusa la possibilità di avvalersi del maggior termine per l'adempimento.