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Cancellate in un colpo strategie avviate nel 2005

del 19/03/2011
di: La Redazione
Cancellate in un colpo strategie avviate nel 2005
L'intento era, oltre che nobile, doveroso: emanare una legge per rispondere agli impegni comunitari della direttiva europea «20, 20, 20», che prevede che entro il 2020 il 17% dell'energia prodotta in Italia provenga da fonti rinnovabili. E così, a prima vista, il via libera da parte del consiglio dei ministri, lo scorso 3 marzo, del decreto per lo sviluppo delle rinnovabili, potrebbe sembrare un'ulteriore accelerazione verso le nuove fonti di energia pulita, mentre in realtà, bloccando di fatto tutti gli incentivi sul fotovoltaico, si è paradossalmente tradotto in un drastico passo indietro.

La scelta, avallata dal ministro Romani con l'obbiettivo di bloccare i casi di speculazione che si sono verificati nel settore, cancella in un colpo solo quella strategia avviata nel 2005 a favore del fotovoltaico che prevede il cosiddetto «conto energia», secondo il quale a seconda dei chilovattora di energia prodotta viene erogata una tariffa da parte dello Stato. Una norma che, grazie al successivo decreto del 2007 che rivedeva il meccanismo di incentivazione, ha portato alla realizzazione di circa 180 mila impianti e alla installazione di circa 4 mila megawatt di potenza.

E se è vero che negli ultimi tempi il meccanismo di incentivazioni, oltre ai numerosi benefici, aveva fatto sì che vi fossero casi di speculazioni soprattutto per quanto riguarda i grandi impianti, è altrettanto vero che, invece di trovare soluzioni al problema, si è preferito bloccare da un giorno all'altro un sistema che coinvolge circa 85 mila imprese e circa 150 mila addetti. Non solo. La stangata è arrivata a pochissimo tempo dall'entrata in vigore di un precedente decreto, emanato ad agosto e operativo da gennaio, che già rivedeva una riduzione delle tariffe incentivanti, con il risultato che chi aveva avviato i lavori o chiesto finanziamenti, basandosi su una normativa che avrebbe dovuto essere valida fino al 2013, oggi si trova senza alcuna certezza. Il nuovo decreto, infatti, prevede che gli incentivi saranno validi solo fino al 31 maggio, un tempo brevissimo per interventi che richiedono mesi tra approvazione e messa in rete. Per quello che accadrà dopo ci sono solo promesse. Il ministro Romani ha assicurato che ci saranno nuovi incentivi, ma in attesa di un nuovo decreto e in mancanza di regole certe i lavori si sono bloccati, tutte le commesse sono ferme con grandi rischi per l'occupazione.

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