
Domanda. A neanche un mese dall'approvazione del decreto, le organizzazioni di categoria già denunciano effetti disastrosi per i propri associati. Cosa sta succedendo?
Risposta. Da un giorno all'altro è cambiato tutto: quello che fino a ieri era un investimento certo, adesso non lo è più. Coloro che avevano chiesto un finanziamento per l'installazione di un impianto fotovoltaico, o coloro che avevano già avviato i lavori, improvvisamente si trovano senza più alcuna sicurezza futura. Gli incentivi, riconfermati con un decreto emesso ad agosto e che è entrato in vigore appena lo scorso gennaio, non valgono di fatto più nulla, dal momento che la scadenza del 31 maggio non è sufficiente neanche ad avviare le pratiche di messa in rete. Il primo risultato immediato è stato il blocco quasi totale dei finanziamenti da parte delle banche, con il conseguente stallo dei lavori in corso.
D. Una situazione che penalizza duramente settori come quelli dell'edilizia e dell'impiantistica, colpiti già duramente da diversi anni da un forte crisi economica
R. Sì, la green economy e le agevolazioni sulle energie rinnovabili hanno rappresentato in questi anni l'unico volano di sviluppo per un settore in fortissima difficoltà. Adesso queste imprese si trovano in un clima di totale incertezza per quanto riguarda i nuovi incentivi promessi dal governo per gli impianti fotovoltaici. Di cosa accadrà dopo il 31 maggio nessuno sa nulla, mentre gli operatori e gli imprenditori, ma anche i cittadini che decidono di acquistare un impianto, hanno bisogno di certezze normative che consentano di programmare gli investimenti. È chiaro che in questo periodo di «interregno», fino all'emanazione del nuovo decreto, il lavoro sarà fermo, con conseguenze pesantissime per il settore.
D. Quali sono le vostre richieste immediate?
R. Serve subito l'approvazione di una clausola transitoria che mantenga gli impegni presi fino al 2012 e consenta di completare gli impianti in corso d'opera. È necessaria poi una riformulazione delle tariffe incentivanti che favorisca soprattutto i piccoli impianti.
D. Molti però su queste tariffe hanno speculato
R. È vero, ma lo hanno fatto esclusivamente coloro che hanno realizzato i grossi impianti e paradossalmente proprio questi grandi gruppi, che non hanno problemi di accesso al credito, non vengono quasi toccati dalle nuove norme.
D. Un decreto punitivo soprattutto per i piccoli dunque?
R. Le piccole imprese che hanno un rapporto diretto con il cliente, sono senza dubbio le più colpite. Oltre al blocco dei finanziamenti da parte delle banche e delle commesse da parte degli acquirenti, devono far fronte alla mancanza di ammortizzatori sociali che avrà conseguenze drammatiche per l'occupazione. Un problema che riguarda non solo gli impiantisti, ma anche i produttori e le costruzioni con un impatto su circa 85 mila imprese.