
Di certo, un'allettante prospettiva per le organizzazioni datoriali è costituita dall'opportunità di «beneficiare delle misure fiscali di detassazione del salario di produttività». In base all'accordo, strumenti come il part-time, il telelavoro e la possibilità di usufruire di permessi (anche non retribuiti) per armonizzare l'attività lavorativa con l'impegno in famiglia, faranno un salto di qualità: sarà, infatti, sollecitata, anche attraverso la contrattazione di secondo livello, la distribuzione delle ore lavorative nell'arco della settimana, del mese, o dell'anno in risposta alle esigenze di mercato, ma, si legge nel documento, uniformandola «con il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone».
A essere vivamente incoraggiata, in particolare, è la chance per il genitore, soprattutto per la madre, di sfruttare tempi più elastici in entrata e in uscita nei primi tre anni di vita del bambino, fermo restando il monte ore complessivo previsto dal suo contratto; le fasi della giornata da suddividere fra azienda e casa, inoltre, confluiranno nella banca delle ore (strumento di cui il dicastero di Sacconi stimola l'introduzione e, laddove sia presente, il suo ulteriore potenziamento), così come verranno studiate soluzioni per concedere i permessi per l'inserimento dei figli alla scuola dell'infanzia, o alle elementari, nonché per la trasformazione provvisoria del tempo pieno in parziale.
Il testo sulla conciliazione punta anche a scongiurare uno dei maggiori traumi per la neomamma che torna al suo impiego: viene, infatti, puntualizzato che devono esserle assegnate le medesime mansioni che svolgeva prima della gravidanza o, comunque, l'incarico deve continuare a garantirne la professionalità e l'esperienza che la contraddistinguono. E a tal proposito, Federmanager, la federazione nazionale dei dirigenti d'azienda, che ha sottoscritto l'intesa, è convinta si debba, soprattutto nell'attuale stagione di crisi, «scommettere su un futuro di valorizzazione crescente delle risorse umane al femminile, dirigenza compresa».