
La riforma della quale stiamo per parlarvi è una di quelle destinate a far discutere, perché riguarda l'ente di riscossione Equitalia e la privacy dei correntisti italiani. Andiamo per ordine.
Conti correnti: addio alla privacy?
La Commissione Finanze del Senato ha approvato a maggioranza un parere che potrebbe cambiare significativamente le possibilità di accesso di Equitalia ai dati riservati dei cittadini. In pratica l'ente di riscossione, in caso di presenza di un debito non sanato, potrebbe accedere a tutte le informazioni di carattere finanziario che riguardano il debitore, come per esempio i conti esteri, i conti nazionali e le cessioni di beni importanti, come imbarcazioni o autovetture.
Il provvedimento non è ancora stato messo in atto e rimarrà allo stato di bozza fino alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre.
Le motivazioni del provvedimento e le altre modifiche
I motivi che potrebbero portare all'attuazione del provvedimento sono presto spiegato. Secondo quanto riferito dalla stessa Commissione Finanze, gli importi riscossi da Equitalia starebbero subendo un calo, anche a causa delle limitazioni a cui l'ente è sottoposto. Infatti Equitalia deve sottostare a vincoli non richiesti ad esempio ad altri riscossori (come gli istituti di credito), che comprendono tra l'altro la non pignorabilità della prima casa. In pratica quelli che sono visti come diritti dei contribuenti, costituirebbero delle limitazioni per l'effettiva riscossione del credito e si cercherebbe quindi di ridurli al minimo per rendere più efficace l'azione dell'ente in questione.
Un'altra novità importante dovrebbe riguardare l'aggio della riscossione, cioè la percentuale trattenuta a titolo di compensazione per le spese sostenute dall'ente. Questa percentuale è ad oggi dell'otto per cento, ma le promesse di riduzione di due punti si sono rivelate infondate. Infatti essa dovrebbe essere sì ridotta, ma di un solo punto percentuale, probabilmente a partire dal 2016.
Secondo quando è emerso dalle fonti stampa, una modifica importante potrebbe essere apportata anche alle possibilità di rateizzazione del debito nei confronti di Equitalia. Infatti, se venisse approvata così come proposta, la possibilità di rateizzazione in caso di difficoltà economiche dovrebbe essere certificata dall'effettiva presenza di difficoltà oggettive, richieste invece oggi solo per le cifre che superano i 50.000 euro.
Se si considera che l'ente di riscossione invia in media 12 milioni di cartelle ogni anno e che le rateizzazioni riguardano circa 2,5 milioni di pagamenti (dati Equitalia), si capisce come la questione sia di vitale importanza per una larga platea di contribuenti.