
Negli ultimi tempi ci si imbatte sempre di più in consumatori che titolari di quote di multiproprietà immobiliari, anche ottenute in via ereditaria, vogliono disfarsi delle stesse e liberarsi dei relativi oneri condominiali.
Ora in questi casi il rischio concreto, a fronte dell’impossibilità di trovare acquirenti sul mercato, è quello di trovarsi di fronte a qualche società che, sfruttando il fenomeno diffusosi sotto il nome di “rottamazione della multiproprietà”, si offre di acquistare il diritto, richiedendo allo stesso multiproprietario venditore di pagare una somma di denaro e sottoponendo dunque lo stesso consumatore a condizioni spesso capestro.
Certamente tale situazione va ponderata con estrema cura, valutando anche la serietà e la trasparenza di queste società “compratrici”.
Proprio anche grazie alla nascita di alcune società in questo settore non del tutto trasparenti, ci si è interrogati sempre di più sulla possibilità alternativa di rinunciare al diritto in questione.
Ora, qualificando la multiproprietà come una vera e propria comunione, secondo alcuni giuristi il multiproprietario potrà liberarsi degli obblighi di contribuzione alle spese anche condominiali attraverso la rinuncia alla quota di sua spettanza, con conseguente accrescimento proporzionale delle quote dei restanti multiproprietari. Ciò potrebbe avvenire con un atto notarile di rinuncia, regolarmente trascritto nei Registri Immobiliari.
Ora anche questa possibile soluzione va attentamente vagliata di caso in caso, anche in considerazioni degli specifici aspetti contrattuali che variano di volta in volta.
A fronte di ciò, i multiproprietari potranno rivolgersi ad un avvocato al fine di richiedere una consulenza sul punto e valutare la soluzione più affidabile e conveniente nello specifico caso in questione.