Molti di voi si staranno chiedendo perché non hanno ancora ricevuto a casa i bollettini prestampati per pagare la TASI (tassa sui servizi indivisibili), in particolare per quanto riguarda la scadenza del 16 dicembre. La spiegazione è presto data: i Comuni - a differenza di quanto ci si aspettava - non sono infatti obbligati a emettere i moduli per il pagamento.
A dirlo è una norma contenuta in un decreto dello scorso anno che, parlando di necessaria semplificazione per il pagamento, aveva introdotto la possibilità per i Comuni di inviare il bollettino. Possibilità dunque, non obbligo. La spedizione doveva essere effettuata in forma autonoma dalle amministrazioni locali, che nella maggioranza dei casi hanno deciso di non emettere e inviare i moduli. Per cui la maggior parte dei cittadini molto probabilmente non si vedrà recapitare alcun bollettino prestampato e sarà quindi costretta a fare i conti di quanto dovuto per la TASI in autonomia. I Comuni, tuttavia, dovrebbero garantire la possibilità di assistere il contribuente, effettuando il calcolo e inviando il bollettino a casa, in presenza di una richiesta specifica, che può presentare chiunque trovi ostacoli nel quantificare la cifra da pagare. La principale difficoltà che anche i comuni stessi incontrano deriva dalla necessità di dover incrociare i dati catastali a quelli in proprio possesso.
La questione del mancato invio dei bollettini prestampati si riferisce comunque alla rata di fine anno (termine ultimo: 16 dicembre) in quanto - per la scadenza dell'acconto fissata al 16 giugno - non dovranno essere utilizzate le aliquote 2015, ma ancora quelle in vigore fino al 2014. L'unica eccezione che vedrebbe l'applicazione delle nuove è il caso in cui i comuni abbiano approvato le modifiche nei tempi richiesti. Anche in questa eventualità, vista la frammentarietà delle situazioni nei diversi comuni italiani, i cittadini sono invitati a consultare il sito internet del proprio comune di residenza o a rivolgersi direttamente agli appositi sportelli. In ogni caso, considerata la lontananza della scadenza, i contribuenti hanno tutto il tempo di fare i calcoli esatti, da soli o supportati dalle amministrazioni, per individuare i pagamenti dovuti per la tassa sui servizi indivisibili.
Ulteriori complicanze potrebbero derivare dal fatto che la data di scadenza della dichiarazione TASI (30 giugno) risulta successiva a quella della prima rata. Staremo a vedere come si evolverà la situazione e vi terremo aggiornati.