La Camera
ha approvato la Legge di Stabilità per il 2014, licenziata dal Governo oltre
due mesi fa. Dopo l’obbligatorio passaggio al Senato, la Manovra di bilancio
diventerà Legge dello Stato. Vediamo di capire, in estrema sintesi, i punti
salienti e le novità introdotte dalla “Finanziaria 2014”.
Innanzitutto si è
dato vita ad un fondo il cui obiettivo dichiarato è quello di ridurre la
pressione fiscale su lavoratori, imprese, professionisti e pensionati e che
dovrà essere alimentato dall’ormai mitologica spending review e dalla lotta
all’evasione fiscale, evergreen per tutte le stagioni. Più interessante la
manovra per tagliare il costo del lavoro, il cd. “cuneo fiscale”.
Per il 2014
si tratta di maggiori detrazioni sull’IRPEF per i redditi medi e bassi (circa
1,5 miliardi); di deduzioni dall’imponibile IRAP del costo sostenuto per i
nuovi assunti a tempo indeterminato; di minori premi INAIL e di un incentivo
alla trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo
indeterminato. Di maggior impatto sui conti delle famiglie è la proroga delle
detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica
degli edifici.
Il bonus nel 2014 manterrà l’attuale aliquota del 65%, per poi
decrescere al 50% nel 2015 e tornare al 36% nel 2016. Ugualmente, le spese per
le ristrutturazioni edilizie sostenute nel 2014 continueranno ad essere
agevolate con una detrazione Irpef del 50% e il tetto di spesa resterà fermo a
96 mila euro.
Nel 2015 la detrazione fiscale calerà al 40%, ma sempre con il
limite di 96 mila euro, mentre, a partire dal 2016, il bonus tornerà
all’aliquota ordinaria del 36% e il tetto di spesa scenderà a 48 mila euro.
Proroga anche per il cd. “bonus mobili” concesso a coloro che effettuano
interventi di ristrutturazione e che potranno usufruire, fino al 31 dicembre
2014, della detrazione del 50% anche sull’acquisto di arredi ed
elettrodomestici per un importo massimo di 10 mila euro.
L’agevolazione non
potrà essere utilizzata se il prezzo degli arredi supera quello della
ristrutturazione. Non manca l’ennesimo giro di valzer che accompagna da mesi le
imposte sulla casa: la manovra istituisce la IUC, imposta unica comunale,
composta dall’ormai tristemente nota IMU, dovuta da chiunque possegga immobili,
con la sola esclusione delle abitazioni principali non di lusso, dalla TARI
(Tributo per la raccolta dei rifiuti) e dalla TASI (Tassa sui servizi comunali,
come ad esempio trasporti e illuminazione).
Come accennato, le prime case, ad
eccezione di immobili di lusso, ville e castelli (di cui alle categorie
catastali A1, A8 e A9), non pagheranno l’IMU, ma dovranno invece corrispondere
la TARI, commisurata ai metri quadri dell’immobile o, alternativamente, ai
rifiuti prodotti, e la TASI. L’imposta sarà pagata sia dal possessore sia
dall’utilizzatore dell’immobile, mentre le detrazioni saranno calcolate sul
grado di utilizzo dei servizi comunali.
La TASI avrà un’aliquota di base dell’1x1000
e, nel caso di immobili affittati, il conduttore partecipa con una quota
compresa tra il 10-30%. Per il 2014, l’aliquota massima è fissata al 2,5x1000.
Infine, la disciplina generale della TASI prevede che i Comuni possano
aumentare o diminuire l’aliquota con un tetto imposto dal Governo, secondo cui
la somma delle aliquote IMU e TASI non potrà superare i limiti stabiliti per
l’IMU stessa nel 2013.
Quindi, sulle abitazioni principali l’aliquota massima
sarà pari al 6x1000. Sugli altri immobili, IMU e TASI insieme peseranno al
massimo il 10,6x1000. Sempre in tema di IMU, l’imposta sui capannoni
industriali diventa deducibile al 20% dall’imponibile IRES ed IRPEF, ma non
dall’IRAP.
Per l’esercizio d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, invece, la deducibilità sarà del 30%. Infine, viene introdotta la tassazione al 50% ai fini IRPEF dei redditi figurativi degli immobili non locati che si trovano nello stesso comune dove è l’immobile adibito ad abitazione principale.