Come ampiamente previsto, i consumi natalizi hanno fatto registrare una contrazione dovuta principalmente sia all’aumento dell’Iva dal 21% al 22% sia perché il potere d’acquisto si è contratto limitando le possibilità delle famiglie italiane, che hanno quindi scelto di spendere di meno. Nel dettaglio a lanciare uno dei tanti (purtroppo) allarmi è la Confesercenti che, dopo aver effettuato un sondaggio fra le imprese del commercio delle principali regioni italiane, ha affermato che il budget medio per le spese si attesta al di sotto dei 200 euro.
Alla luce dei riscontri effettuati i due settori che sembrano resistere sono quello alimentare e quello tecnologico. Gli acquisti di carattere alimentare vanno per la maggiore in Liguria, in Veneto, in Toscana, nelle Marche, in Campania, in Puglia e nel Lazio. I regali per bambini e quelli tecnologici spopolano invece in Lombardia e in Piemonte. In ogni caso, a prescindere dal tipo di prodotto acquistato, gli italiani dell’era recessiva si basano soprattutto su offerte, sconti e promozioni.