
E’ sulle prime pagine dei quotidiani economici ormai da
alcuni giorni: il 20 novembre, infatti, è nato il “Redditest”, una sorta di
strano “studio di settore per famiglie” - così è stato da più parti subito
ribattezzato - partorito dall’inesauribile fantasia della nostra
Amministrazione Finanziaria.
Di che si tratta? E’ un software, messo a
disposizione gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate, attraverso il quale ogni
singolo contribuente che lo desiderasse potrà auto valutare il proprio reddito
sulla base delle spese sostenute e dei beni (ma anche investimenti finanziari)
posseduti. In realtà con il “Redditest” sarà possibile valutare il reddito
dichiarato dall’intero nucleo familiare: una volta inseriti i dati di ciascun
componente della famiglia, nonché le spese sostenute da ognuno, il software
elaborerà il responso di coerenza (luce verde) od incoerenza (luce rossa) del
reddito familiare rispetto al tenore di vita dei relativi componenti.
Le mire di
questo strumento, come più volte ribadito dalla stessa Agenzia delle Entrate,
sono unicamente quelle di aumentare la compliance fiscale dei cittadini
italiani, cioè di spingere “bonariamente” i contribuenti verso quei valori di
reddito attesi dal Fisco, al fine di indurli spontaneamente all’adeguamento,
sulla falsariga dello scopo che aveva a suo tempo ispirato la nascita degli
Studi di settore.
D’altro canto, da un eventuale responso di incoerenza del
“Redditest” non potrà mai scaturire un accertamento sul reddito del nucleo
familiare, perché, da un lato, il software utilizzato viene scaricato
direttamente sul PC dell’utente senza che sia lasciata traccia sul web dei dati
caricati e, dall’altro, i medesimi dati in nessun modo verranno comunicati
all’Agenzia delle Entrate. Ciò è tanto più vero se si considera che uno degli
strumenti per determinare sinteticamente il reddito complessivo del
contribuente non è il “Redditest”, ma il cd. “Redditometro”, come da ultimo
potenziato dal DL n. 78/2010, che utilizzerà specifici “elementi indicativi di
capacità contributiva” (a tutt’oggi ancora in corso di definizione da parte
dell’Amministrazione Finanziaria) in base ai quali il Fisco, senza individuare
in maniera puntuale le spese sostenute dal contribuente oggetto d’indagine ed
utilizzando un’elaborazione matematico-statistica, determinerà il reddito
complessivamente attribuibile al medesimo. Tornando, comunque, alle novità
introdotte dal “Redditest”, ci preme sottolineare che la compilazione dello
stesso non risulta né agevole e neppure rapida.
Gli elementi richiesti sono
infatti molteplici e tra i più disparati: oltre alla tipologia del nucleo
familiare, al comune di residenza ed all’anno di riferimento, è necessario
fornire notizie circa il numero di abitazioni detenute, sia in proprietà che in
affitto (con relative spese per manutenzioni, canoni, mutui, utenze, arredi ed
elettrodomestici), i mezzi di trasporto utilizzati (auto, moto, camper, barche,
aerei e per tutti le spese per RCA o per canoni di noleggio), le assicurazioni
sottoscritte (vita, malattia, infortuni, danni a terzi), i contributi versati
(obbligatori, volontari, alla previdenza complementare), le spese per
istruzione (corsi universitari e di tutoraggio, scuole di specializzazione,
master, corsi di lingue straniere e soggiorni all’estero), le spese per il
tempo libero e la cura della persona (abbonamenti ad eventi sportivi e/o
culturali, attività sportive, adesione a circoli, abbonamenti a pay tv,
equitazione, viaggi e soggiorni in albergo, centri benessere), le altre spese
genericamente individuate (spese mediche, assegni corrisposti al coniuge, spese
per animali domestici, per apparecchiature elettroniche e per gioielli) e, da
ultimo, i dati dell’ultimo triennio relativi ad investimenti e disinvestimenti
in attività finanziarie.
Tuttavia, pur con questa mole di dati, sulla base dei primi test segnalati dagli addetti ai lavori, risulta tuttora oscura la ratio che sottende ai risultati del software, dal momento che a parità di reddito, ma con spese qualitativamente diverse, il responso può essere anche diametralmente opposto.