Alla mezzanotte del 12 febbraio è scaduto il primo termine per l’inserimento, sul Portale della mobilità, dei posti disponibili offerti da comuni e regioni per i dipendenti in soprannumero delle province. Il 19 febbraio l’intero iter si è concluso, dopo che anche le domande inviate in precedenza saranno state inserite nel sistema. In seguito, la parola passerà agli stessi dipendenti soprannumerari delle province, che avranno un mese di tempo per esprimere le proprie preferenze, che saranno vincolanti.
Quanti sono i dipendenti provinciali da ricollocare? Dopo una prima stima esagerata – si era parlato di oltre 20.000 unità – si è scesi a circa 2.000. Questo non significa che le province hanno improvvisamente recuperato potere, ma che è stato approntato un piano differenziato: 4.000 dipendenti sono stati pensionati, 2.000 sono stati assorbiti dal ministero della giustizia, 6.500 sono stati presi in carico dalle regioni, 5.500 sono stati inseriti nelle liste dei centri per l’impiego che ancora attendono di essere collocati. Ne restano quindi 2.000, che dovranno necessariamente essere impiegati tramite il Portale della mobilità.
Ma c’è chi solleva più di una perplessità: in primo luogo perché non è garantito che siano creati 2.000 posti tra regioni ed enti locali; poi perché non si sa ancora come saranno divisi sul territorio nazionale, con il rischio di spostamenti anche particolarmente pesanti per gli ex dipendenti delle province.
