Il principio introdotto dalla legge è molto semplice: le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi devono acquisire autonomamente le informazioni, i dati e documenti già in possesso della pubblica amministrazione, evitando di gravare il cittadino con inutili richieste.
Purtroppo, spesso avviene che alcune Amministrazioni fanno molta fatica a recepire e ad applicare queste nuove regole di civiltà.
È questo il caso della denuncia di infortunio sul lavoro che, nelle nuova versione predisposta dall'Inail, risulta appesantita di nuovi e probabilmente inutili adempimenti che ne allungano i tempi di compilazione, soprattutto nei frequenti casi di blackout del portale dedicato che si intensificano a ridosso dei weekend.
Ebbene la nuova procedura prevista per la denuncia di infortunio sembra non tener in minimo conto la norma introdotta dal governo Monti, poiché nel modello approntato dall'Istituto devono essere forniti molti dati già presenti negli archivi dell'Inail o comunque da questa reperibili in altri archivi informatizzati gestiti dal Ministero del lavoro o dall'Inps.
È così, ad esempio, al datore di lavoro viene chiesto di indicare l'unità produttiva in cui si è verificato l'infortunio fornendo nuovamente tutta una serie di dati che l'Istituto già conosce, quali il codice Istat dell'unità o l'Azienda sanitaria competente per territorio.
Ma peggio ancora viene chiesto di fornire, apparentemente senza alcuna utilità, una specifica indicazione circa la qualifica e la voce professionale del lavoratore infortunato, ovvero dati già forniti in sede di assunzione e quindi già presenti negli archivi del Ministero e facilmente acquisibili dall'Istituto.
Questo proprio mentre l'art. 9 comma 5 del dl 76/13 ha fornito l'interpretazione autentica del comma 6 dell'art. 4-bis del dlgs n. 181/00 che stabilisce le validità delle Co, inviate ai Centri impiego attraverso i nodi regionali, nei confronti di tutte le altre amministrazioni.
Ma se da un lato l'Istituto sfrutta la nuova procedura per riordinare i propri archivi, per l'ennesima volta perde un'ottima occasione per utilizzare la telematica a beneficio del cittadino e per non fare ciò che i consulenti del lavoro chiedono da anni: ovvero prevedere l'automatica trasmissione di una copia della denuncia di infortunio all'Autorità di pubblica sicurezza, evitando tale adempimento a carico del datore di lavoro. Per queste e altre motivazioni sulla nuova procedura, l'Ancl intende confrontarsi con i vertici dell'Inail al fine di ricercare le migliori soluzioni alle problematiche che si stanno riscontrando.