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Riciclaggio: la norma può alzare la soglia di tutela

del 26/04/2013
di: Beatrice Migliorini
Riciclaggio: la norma può alzare la soglia di tutela
In materia di riciclaggio è lecita ogni misura adottata dai paesi europei, al fine di accrescere il rispetto del diritto dell'Unione. Non possono quindi essere considerati a rischio i principi stabiliti dalla direttiva, se una norma nazionale alza la soglia di tutela. Spetta poi al giudice nazionale stabilire se la norma sia idonea a conseguire l'obiettivo prefissato e se rispetti il principio di proporzionalità. Questo il contenuto della sentenza C-212/11, della Corte di giustizia dell'Unione europea, pubblicata ieri. Protagonista della vicenda un ente creditizio con sede a Gibilterra, ma operante in regime di libera prestazione in Spagna. Nel 2007 l'unità di informazione finanziaria (Uif) spagnola, presente sul territorio così come previsto dalla direttiva comunitaria sulla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, chiedeva all'ente creditizio che gli fossero segnalate tutte le operazioni al di sopra dei 30 mila euro. A questa richiesta la banca ha dato solo una parziale risposta positiva, rifiutandosi di fornire una parte delle informazioni richieste dall'Uif spagnolo. Alla base del rifiuto della banca la tesi secondo cui l'unità spagnola sarebbe stata autorizzata a chiedere delle informazioni così dettagliate solo agli enti creditizi aventi sede legale in Spagna. A seguito del rifiuto della banca la questione è stata portata di fronte alla Corte suprema spagnola, che ha ritenuto opportuno adire la Corte di giustizia. A questo proposito la Corte europea spiega che «la direttiva comunitaria, non vieta espressamente di imporre agli enti creditizi che svolgono la propria attività in Spagna in regime di libera prestazione dei servizi di comunicare direttamente all'Uif spagnola le informazioni richieste ai fini di lotta al riciclaggio di capitali e al finanziamento del terrorismo. Per tanto», continua la Corte, «la normativa spagnola non contrasta con quella europea, nella misura in cui l'obiettivo che si pone è quello di accrescere l'efficacia della lotta contro tali delitti». Di competenza del giudice nazionale resta invece la valutazione sia dell'efficacia, sia della proporzionalità della norma ai fini della lotta al riciclaggio. A questo proposito, la Corte spiega però che «in assenza di un meccanismo che garantisca la piena collaborazione tra l'Uif e gli istituti di credito senza la sede legale in Spagna, tale misura è da ritenersi proporzionata».

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