Il compenso alto dell'amministratore non è deducibile
Il compenso alto dell'amministratore non è deducibile
del 16/04/2013
di: di Debora Alberici
Il compenso all'amministratore unico di società non è deducibile se il fisco lo ritiene sproporzionato e non giustificato da valide ragione economiche. Ciò anche in presenza di scritture contabili assolutamente regolari. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 9036 del 15 aprile 2013, ha respinto il ricorso di una società. In particolare la sezione tributaria ha ricordato che rientra nei poteri dell'amministrazione finanziaria la valutazione di congruità dei costi e dei ricavi esposti nel bilancio e nelle dichiarazioni, anche se non ricorrano irregolarità nella tenuta delle scritture contabili o vizi negli atti giuridici d'impresa, con possibile negazione della deducibilità di un costo ritenuto insussistente o sproporzionato, non essendo l'Ufficio vincolato ai valori o ai corrispettivi indicati nelle delibere sociali o nei contratti. Ma non solo. In tema di accertamento delle imposte sui redditi, incombe al contribuente l'onere della prova dei presupposti dei costi e oneri deducibili concorrenti alla determinazione del reddito d'impresa, ivi compresa la loro inerenza e la loro diretta imputazione ad attività produttive di ricavi, tanto nella disciplina del dpr n. 597 del 1973 e del dpr n. 598 del 1973, che del dpr n. 917 del 1986; e che, poiché rientra nei poteri dell'amministrazione finanziaria, in sede di accertamento, la valutazione della congruità dei costi e dei ricavi esposti nel bilancio e nelle dichiarazioni, con negazione della deducibilità di parte di un costo sproporzionato ai ricavi o all'oggetto dell'impresa, l'onere della prova dell'inerenza dei costi, gravante sul contribuente, ha a oggetto anche la congruità dei medesimi. La vicenda riguarda una società milanese che aveva portato in detrazione un costo molto elevato come compenso al suo amministratore unico. Il fisco aveva disconosciuto l'agevolazione. Così la società ha presentato ricorso alla Ctp e poi alla Ctr. I giudici di merito hanno respinto la tesi della difesa dell'impresa contribuente. Ora la Suprema corte di cassazione ha reso definitivo il verdetto. Anche la Procura generale del Palazzaccio ha chiesto il rigetto del ricorso della srl.