
E come deve essere, invece, l'Italia che verrà? Secondo il presidente nazionale dei commercialisti, in primis «bisogna risolvere il problema del debito, alleggerendolo; quello della spesa, tagliandola; e quello di una eccessiva pressione fiscale. Vorremmo risposte concrete su questi tre temi da chi aspira a governare questo Paese, perché così non si può continuare». «Il congresso di Bari», ha sottolineato invece il presidente dell'Unagraco del capoluogo pugliese Giuseppe Diretto, «ha rappresentato un punto di partenza e riflessione sul futuro della professione. Il nostro essere presenti vuole essere un invito alla riflessione, all'impegno e alla responsabilità. Pur non conoscendo gli scenari futuri, abbiamo però il diritto e il dovere di immaginare come desidereremmo che fosse, quasi possedessimo nelle nostre mani «una cassetta degli attrezzi per la società». In una fase importante e delicata come quella che attraversa il nostro Paese, non si potrà che trarre giovamento nell'unire la varie e frammentate idee in un'unica, sola e imponente voce di rappresentanza, che sia punto di riferimento per i sindacati. «Una direzione unitaria», conclude Diretto, «che racchiuderà in sé le diverse visioni e proposte, espressione dei momenti di dialogo e confronto che mai mancheranno, per poi giungere a una sintesi. Tutti insieme possiamo uscire dal tunnel della crisi». «La professione», ammonisce Renzo Guffanti, consigliere Cassa dei dottori commercialisti, «sta attraversando oggi una fase di profondo rinnovamento, in uno scenario economico, politico e sociale in trasformazione, che può avere nel commercialista quella figura in grado di fornire un contributo strategico al rilancio del paese». Secondo William Santorelli, presidente Collegio dei revisori Irdcec, infine, la situazione di forte disagio che è avvertita in tutta la categoria deriva da una crisi economica «con pochi precedenti, molto grave e della quale ancora non riusciamo ancora a vedere un ragionevole termine. Sappiamo come e perché tutto ha avuto inizio, ma trovare una soluzione efficace appare più complesso di quanto si potesse ragionevolmente prevedere».