
Si parte dal creare una banca dati appositamente dedicata a raccogliere le informazioni degli elenchi clienti-fornitori per l'Agenzia delle entrate, a concludere l'attribuzione della rendita presunta agli immobili «fantasma» per il Territorio e accertare almeno un miliardo di euro all'anno di maggiori diritti per le Dogane. Sono, infatti, questi gli obiettivi principali previsti dalle Convenzioni triennali 2012-2014 che regolano i rapporti tra il ministero dell'economia e le agenzie fiscali. Come detto, nel frattempo, però, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del dl n. 87/2012 ha disposto, tra l'altro, l'accorpamento di Territorio e Monopoli rispettivamente a Entrate e Dogane. Per quanto riguarda le Entrate, in ogni caso, la Convenzione stabilisce un obiettivo globale di 10 miliardi di euro da portare in cassa, considerando sia i versamenti diretti sia la riscossione mediante ruolo. Per riuscirci si prevede il potenziamento dei «cervelloni» informatici, con l'obiettivo di incrociare i dati degli elenchi clienti-fornitori (ossia il «nuovo» spesometro) con le risultanze delle dichiarazioni dei redditi presenti nell'Anagrafe tributaria (si veda ItaliaOggi del 15 giugno scorso). Non solo. Al centro dell'attenzione c'è anche l'accertamento sintetico, con 35 mila controlli programmati per il corrente anno, anche se il nuovo redditometro non ha ancora visto la luce e gli uffici stanno continuando ad applicare il vecchio metodo con riferimento all'annualità 2008. Mentre grazie all'obbligo di comunicazione all'Archivio rapporti da parte di banche e intermediari introdotto dal dl n. 201/2011 «l'Agenzia potrà conoscere i saldi e i movimenti finanziari con l'evidenza del totale dare e avere, all'esclusivo fine di individuare posizioni a più alto rischio di evasione da segnalare per i necessari controlli». Super obiettivi assegnati anche all'Agenzia del territorio. Entro pochi mesi dovrà essere conclusa la campagna di attribuzione della rendita presunta agli immobili che non risultano dichiarati in catasto e per i quali i titolari non abbiano provveduto alla regolarizzazione. L'Agenzia garantisce pure il riclassamento, su richiesta dei municipi, delle microzone per le quali il valore catastale risulta fortemente disallineato rispetto a quello di mercato: procedura già realizzata in alcune città italiane, dando luogo a un vasto contenzioso tributario a Milano e Napoli. Infine, il Piano strategico spinge sull'attività di stima fiscale richieste dalle Entrate per il controllo dei valori dichiarati negli atti traslativi.
E sempre in tema di recupero dell'evasione, la Convenzione 2012-2014 moltiplica gli sforzi dell'Agenzia delle dogane. In materia di Iva (Intra e plafond) l'obiettivo è elevare il risultato medio delle verifiche da 175 mila a 190 mila euro ciascuna. Oltre alla contestazione, come detto, di almeno un miliardo di euro di diritti doganali dovuti dagli operatori e non versati.
Cristina Bartelli e Valerio Stroppa