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Avanti tutta con onestà e riforme

del 03/08/2011
di: La Redazione
Avanti tutta con onestà e riforme
Ogni anno la pausa estiva è tempo di riflessioni, di consuntivi e di propositi. Lo è anche per la Confsal, la quarta confederazione sindacale italiana, oggi particolarmente sollecitata a proporre al mondo del lavoro nel suo complesso soluzioni intelligenti, eque e anche finanziariamente compatibili. Come tutti sappiamo, la grande crisi ha reso critici e impegnativi i primi sette mesi del 2011, in particolare per l'Italia, esposta com'è a un significativo deficit di riforme strutturali. Di fatto, sono anni che il Sistema Italia soffre per le mancate grandi riforme sul fronte dell'economia, della finanza pubblica e del fisco e delle istituzioni. E sono anni che la Confsal propone e promuove un proprio piano organico per le riforme al fine di trovare soluzioni condivise da parte del mondo del lavoro e della produzione. Più volte ha presentato a governo e parlamento concrete proposte su possibili riforme organiche in un contesto di compatibilità finanziaria.

In merito ai temi più attuali e problematici del dibattito politico-sindacale, il segretario generale della confederazione, Marco Paolo Nigi, ha risposto come segue.

Domanda. La Confsal si batte da tempo per l'emersione dell'economia irregolare e del lavoro sommerso. Quali sono stati gli esiti di questa battaglia?

Risposta. Potrei dire pochi ma buoni, ma preferisco dire buoni ma pochi. Nonostante qualche apprezzabile risultato, l'Italia rimane il paese dell'Eurozona in cui l'illegalità nell'economia e nel lavoro oppone una forte resistenza alle norme di contrasto, che si sono rivelate deboli e inadeguate. A questo punto è indispensabile introdurre delle norme penali che colpiscano ancora più duramente l'illegalità e l'irregolarità nell'economia e nel lavoro.

D. Come Confsal avete indicato nella lotta all'evasione e all'elusione fiscali e contributive la via obbligata per il risanamento dei conti pubblici. L'indicazione è ancora valida?

R. Più che mai. La questione dell'evasione fiscale e contributiva è legata a doppio filo alla diffusione dell'illegalità nell'economia e nel lavoro. Autorevoli agenzie concordano nel quantificare il fenomeno dell'evasione su grandi valori attendibili che, recuperati alla legalità, potrebbero risolvere in gran parte il disequilibrio finanziario dei conti pubblici.

D. La riforma fiscale è da collegare, secondo la Confsal, con il federalismo fiscale. Può sintetizzare la posizione della confederazione e indicare i principali provvedimenti?

R. La riforma fiscale e il federalismo dovranno avere un unico importante obiettivo: sollevare il contribuente onesto dall'attuale oppressione fiscale ed erogare puntualmente al cittadino italiano servizi pubblici primari di qualità. La riforma fiscale va realizzata con determinazione, seppur gradualmente. Intanto, la Confsal sostiene l'immediata riduzione della tassazione sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, a cominciare dalla detassazione della retribuzione accessoria legata alla produttività, sia nel settore privato che in quello pubblico. La detassazione sul lavoro si tradurrebbe in maggiore reddito disponibile a sostegno della domanda interna in funzione della crescita economica. Riguardo alla rimodulazione dell'Iva, come Confsal esprimiamo delle riserve per l'effetto che potrebbe avere sul tasso d'inflazione, attualmente in aumento.

D. In sintesi, che cosa pensa della recente manovra finanziaria del governo?

R. Si tratta di una manovra necessaria per la tenuta dei conti pubblici e urgente per il preoccupante andamento dei mercati finanziari. La manovra era dovuta alle superiori ragioni del paese. Ma questo non vuol dire che la Confsal abbia condiviso la «qualità» della manovra. Anzi, a nostro parere, i suoi contenuti risultano decisamente iniqui, soprattutto per i dipendenti pubblici, già provati dal blocco del turn-over e dal mancato rinnovo dei contratti.

D. E per quanto riguardo la previdenza e le pensioni quale proposta avete?

R. L'attuale manovra finanziaria sta operando al limite della sostenibilità sociale riguardo alla spesa pensionistica. Di fronte a questa situazione la Confsal rilancia con forza un intervento sull'entrata previdenziale, espandendo orizzontalmente il campo di contribuzione, ad esempio prevedendo contributi volontari da parte dei giovani studenti della scuola secondaria di II grado e da parte delle casalinghe, da versare su apposito fondo presso gli enti. Detto questo, si deve comunque e soprattutto operare sul fronte del contrasto all'evasione contributiva, prevedendo, lo ribadisco, anche sanzioni penali.

D. Qual è la vostra posizione sull'estensione delle privatizzazioni dei servizi pubblici e sulle liberalizzazioni?

R. Per la Confsal, le privatizzazioni dei servizi pubblici possono realizzarsi soltanto in un quadro di garanzie per evitare che monopoli e oligopoli privati sostituiscano quelli pubblici. Si tratta di creare condizioni di corretta concorrenza. Intanto, per il breve periodo, si potrebbe intervenire riducendo e semplificando enti e organi di gestione.

Sulle liberalizzazioni, la Confsal sostiene interventi selettivi e concertati con le parti sociali rappresentative, soprattutto per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro. L'attuale situazione merita almeno un graduale intervento di flessibilizzazione nei diversi ambiti e settori commerciali e professionali.

D.Segretario, come valuta il patto di stabilità interno basato sui costi standard della spesa sanitaria?

R. Abbiamo sempre sostenuto l'introduzione graduale del principio dei costi standard per la spesa sanitaria, salvaguardando però, almeno in prima applicazione, i livelli essenziali dell'erogazione dei servizi primari su tutto il territorio nazionale.

D. La Confsal, com'è noto, ha una forte e diffusa rappresentatività nel pubblico impiego. Pertanto, non possiamo non chiederle di fare il punto sulla riforma della pubblica amministrazione.

R. La Confsal ha condiviso i principi fondanti della Legge 15/2009 (riforma Brunetta), pur individuando nel testo di legge importanti criticità e significative illogicità. Così non è stato con il decreto attuativo n. 150/2009, le cui difficoltà applicative sono sotto gli occhi di tutti. A nostro parere, il testo del decreto va emendato in più punti, soprattutto nella norma-fondamentale del merito, rendendola meno rigida.

D. Passiamo al tema del giorno: cosa ci dice sulla riduzione dei costi della politica?

R. I costi della politica debbono essere commisurati e finalizzati a garantire lo stato democratico. Ma è da troppo tempo che anomalie e sprechi non hanno nessuna relazione con la tenuta dello stato democratico. Al contrario, mettono a dura prova proprio la coesione sociale. Guardi, la gente capisce benissimo che la politica e le istituzioni hanno dei costi e, secondo me, non ha problemi a pagare il giusto, e forse anche qualcosa di più. Ma dal momento che politici e amministratori vengono pagati, e anche bene, debbono rispondere a due impegni che li lega all'elettorato: essere onesti e essere preparati a svolgere con competenza il proprio ruolo. Se viene meno uno dei due impegni – ma a volte vengono meno tutti e due, purtroppo – viene meno il patto con i cittadini.

D. Segretario, una domanda sul fronte europeo. Che cosa pensa dell'adozione dell'eurobond per sostenere i paesi membri in difficoltà?

R. La Confsal concorda pienamente sulla proposta, a condizione che l'adozione dell'eurobond sia finalizzata esclusivamente al risanamento delle finanze nazionali e ai finanziamenti in infrastrutture e in piani energetici.

D. Qualche giorno fa la sua Confederazione ha sottoscritto con Confindustria il Patto interconfederale. Come si rivolge la Confsal al mondo della produzione e all'impresa?

R. L'impresa deve cercare e deve trovare in tempi utili una dimensione ideale, un ambiente produttivo tecnologicamente più evoluto, cicli produttivi più efficienti, un'organizzazione del lavoro che privilegi la produttività e, non ultimo, una managerialità effettivamente professionale.

Il sistema delle imprese e il sindacato possono valorizzare l'Intesa del gennaio 2009 sulla «riforma della contrattazione collettiva» e sul «nuovo modello contrattuale» e il recente accordo interconfederale Confindustria-sindacati. La Confsal, sottoscrivendo i due accordi, ha inteso valorizzare la contrattazione decentrata per potenziare la premialità in rapporto alla produttività e per sostenere lo sviluppo dell'occupazione. Con l'accordo interconfederale si è voluto affermare il «modello plurale» di rappresentanza sindacale con le Rsu e Rsa e si sono definite le regole per la validità erga omnes dei contratti nel settore privato. Ora, imprese e sindacati dispongono di ulteriori strumenti per rendere le relazioni industriali più corrette e trasparenti nel superiore interesse dei lavoratori.

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