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È stretta per i Caa Zero aiuti agricoli

del 16/02/2011
di: di Luigi Chiarello
È stretta per i Caa Zero aiuti agricoli
Operazione scrematura per i Centri di assistenza agricola. Entro il 31 marzo dovranno rispondere ai requisiti di garanzia e funzionamento, imposti dal decreto De Castro (dm 27 marzo 2008, Gazzetta Ufficiale n. 106/2008). Lo prevede un codicillo, inserito nel maxiemendamento del governo al decreto milleproroghe, su cui ieri il governo ha posto la fiducia in senato. La norma, frutto di un emendamento accolto in commissioni parlamentari bilancio e affari costituzionali di palazzo Madama, è confluito nel testo proposto dall'esecutivo. A ispirare la stretta, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbe Coldiretti, che otterrebbe così il risultato di scremare il mercato dei Caa, in favore di quelli a più elevata patrimonializzazione. Infatti, il decreto De Castro (dal nome dell'ex ministro alle politiche agricole, che varò il testo) dispone per le società di capitali, che intendono avvalersi della qualifica di Caa, un capitale sociale minimo «interamente versato» di 51.646 euro. Non solo. Eventuali quote o azioni del Caa (e delle società di cui si avvale) possono essere trasferite, in base al dm, solo tra soggetti abilitati a costituire Caa. Idem per le fusioni e scissioni. Se, tali operazioni riguardano i Caa, possono essere attuate solo tra società in possesso della qualifica Caa. Sul fronte «garanzie, poi, il dm è ancora più stringente: le società richiedenti la qualifica Caa devono stipulare con le assicurazioni una polizza per responsabilità civile, con massimale di rischio coperto pari ad almeno due mln di euro. Seguono poi severi paletti sulla disponibilità di locali, sull'esercizio nel Caa della contestuale azione di Caf (Centro di assistenza fiscale) e sui requisiti oggettivi che amministratori, sindaci, dipendenti, collaboratori del Caa e società a esso collegate devono rispettare. La misura, come si vede, è una stretta repentina. Lascia un solo mese di tempo per mettersi in regola. Cioè, nei fatti, rende la cosa impossibile. La stretta, comunque, non dovrebbe colpire i centri di assistenza agricola, che fanno capo alle grandi organizzazioni. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, Coldiretti, Confagri e Cia sarebbero già in regola con i paletti posti dal decreto De Castro. Al contrario, il milleproroghe farebbe pulizia tra i Caa costituiti al di fuori delle organizzazioni agricole; spesso sospettati di fini e condotte non proprio trasparenti. I RISCHI DEL MILLEPROROGHE. La norma sui Caa non proroga un termine in vigore, ma ne istituisce uno nuovo. E questo sembra tradire lo spirito del decreto. Così, come sembra contraddire lo spirito del milleproroghe, la norma sulle multe latte, contenuta nel maxiemendamento, che «differisce al 30 giugno 2011 i termini per il pagamento degli importi con scadenza 31 dicembre 2010, previsti dal piano di rateizzazione». In questo caso, ci troviamo dinanzi alla proroga di un termine già scaduto. Peraltro, anche la copertura finanziaria è ridotta: 5 mln di euro, rispetto ai 30 mln finora previsti. Nei fatti, si tratta di una riapertura di termini, che potrebbe incappare nella bocciatura del Quirinale. Del resto, un precedente al Colle c'è. Il 29 marzo 2002, l'allora presidente della repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, rinviò alle camere la legge di conversione del decreto legge 4/2002, sullo stato di crisi per il settore zootecnico, la pesca e l'agricoltura. Uno dei motivi del rinvio fu l'inserimento di una norma nella legge di conversione, che prevedeva la proroga di un termine già scaduto, per l'esercizio di una delega legislativa. Si trattava del recepimento della direttiva Ue sulle galline ovaiole. Altri motivi del rinvio riguardarono i contenuti del decreto; al testo originario furono aggiunte, nel corso dell'iter parlamentare, norme disomogenee e non rispondenti ai requisiti di necessità e urgenza, richiesti dall'art. 77 della Costituzione. Un aspetto, che sembra riguardare anche il maxiemendamento al milleproroghe attuale. CHI RESTA A SECCO. Tornando ai temi agricoli, il testo non prevede alcuna sovvenzione in favore del bieticolo-saccarifero, nessuno sgravio per il bonus gasolio per le serre e nessun aiuto per le associazioni provinciali degli allevatori, deputate ai controlli di filiera. Al contrario, rifinanzia l'Eipli fino a dicembre 2011, stabilizza tre dirigenti Agea e proroga il piano triennale della pesca. Ma senza un euro in più.
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