
Ma Confesercenti si sofferma anche sulle cosiddette «paleo-tasse», ossia forme di prelievo datate nel tempo ma tuttora in vigore: si va dall'imposta sulla pubblicità, definita «sconosciuta negli altri Paesi evoluti» all'imposta di bollo sulla raccolta dei funghi, comprendendo anche la concessione governativa per la licenza di caccia e pesca (fino a 170 euro), l'imposta sui cani (da 20 a 50 euro a seconda della taglia) e la tassa di passaggio, il cui esempio più celebre è l'Ecopass nel comune di Milano. Tra le fattispecie più particolari c'è poi lo «ius primae gabellae», ossia la tassa sugli sposi, che consiste nel pagamento di un corrispettivo per poter celebrare il matrimonio in comune (a Roma, per i cittadini non residenti, pari a 200 euro nei weekend e a 150 euro nei giorni feriali).
Una vera e propria pioggia di tasse, poi, si registra nelle bollette delle utenze domestiche: un metro cubo di gas naturale, si legge nel rapporto, ha un costo estrattivo di 2 centesimi, ma al consumatore finale costa 65 centesimi, anche grazie al 43% di imposte. Dati che confermano, chiosa Venturi, che «è giunta l'ora di correre ai ripari riportando entro giusti argini il fiume in piena della spesa, e, di conseguenza, diminuendo la pressione fiscale dal 43,5% al 39,5% in quattro anni».