
Manca ormai un giorno al Professional day, la giornata delle professioni organizzata per il 1° marzo dal Cup (Comitato unitario delle professioni), Pat (Professioni di area tecnica) e da Adepp (Associazione enti di previdenza privati).
Attraverso una teleconferenza, che riunirà virtualmente 27 fra Ordini e collegi, 150 sedi in tutta Italia e oltre 700 mila professionisti, il mondo delle professioni intende rispondere alle aggressioni mediatiche e ribadire il suo no a false e selvagge liberalizzazioni, avanzando al contempo delle proposte per il rilancio del Paese in tutti i settori chiave dell'economia, dal fisco all'ambiente.
Zambrano (CNI): le proposte delle professioni tecniche
Per esempio, dal Pat arriveranno delle proposte per superare il momento di grande malessere che stanno vivendo le professioni tecniche.
Tra le cause di questo disagio, “la mancanza di finanziamenti delle opere pubbliche, la diffusa complicazione della normativa sui lavori pubblici, le complesse procedure per il project financing”, spiega il presidente del Pat e del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, in un'intervista su ItaliaOggi Sette.
Le proposte prevedono “lo snellimento delle procedure, l'affidamento ai professionisti della sussidiarietà dell'amministrazione, la certificazione sulle progettazioni, iniziative che riguardano la messa in sicurezza dei fabbricati, e un grande piano di opere pubbliche che possano autofinanziarsi con il project financing, concentrate in particolare nel Mezzogiorno”, anticipa Zambrano.
Calderone (Cup): difendere il valore delle professioni
“In primo luogo vogliamo ribadire il valore delle professioni, che tengono in piedi il Paese” spiega su ItaliaOggi Sette la presidente del Cup, Marina Calderone. Il Professional day è anche l'occasione per chiarire che i professionisti non rappresentano una casta di privilegiati. “Un altro grande concetto da riaffermare – sottolinea Calderone – è che spesso si identifica il movimento ordinistico e i professionisti in generale con le etichette di casta e privilegiati. Ma ci sono oltre un milione di giovani sotto i 45 anni che lavorano in condizioni precarie e a volte non vivono neanche in maniera dignitosa. La massificazione del privilegio – conclude il presidente del Cup – è sbagliata, e perché le professioni abbiano un futuro devono essere rafforzate”.
da Casa & Clima.com, 27 febbraio