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Le proposte di modifica delle associazioni del fotovoltaico al decreto rinnovabili

del 17/12/2010

Le proposte di modifica delle associazioni del fotovoltaico al decreto rinnovabili

Cancellare la limitazione per il fotovoltaico a terra su aree agricole, introdurre una più corretta pianificazione territoriale e incentivare le serre fotovoltaiche. Assosolare, GIFI, Asso Energie Future e Grid Parity Project lo hanno proposto in occasione della Conferenza Unificata delle associazioni del settore fotovoltaico in cui si è discusso il recente Dlgs sulle rinnovabili. Motivo alla base del dissenso alcuni “punti critici di impatto decisivo” contenti nel decreto che possono porre “gravissimi limiti allo sviluppo del settore e causare ingenti danni economici agli operatori oltre alla perdita di posti di lavoro in futuro. La grave limitazione per gli impianti fotovoltaici su aree agricole è un pesante freno allo sviluppo del settore fotovoltaico in Italia. Una scelta che innalzerà nuovamente la valutazione ‘rischio Paese’ per tutti gli investitori e che pregiudicherebbe significativamente il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla direttiva Europea sull’energia da fonti rinnovabili” . Inoltre le Associazioni puntualizzano che l’obiettivo del 17% di energia da fonti rinnovabili fissato dalla direttiva europea è riferito alla quantità di energia rinnovabile prodotta e non alla capacità installata, e ricordano che gli impianti di grossa dimensione sul suolo hanno anche un’efficienza maggiore. “L’energia prodotta da impianti a terra ha inoltre un costo minore rispetto agli impianti su edifici, perché la tariffa applicabile è di circa il 15% inferiore”. La modifica del sistema di incentivi del Conto Energia nel 2013, prevista dal decreto, per le Associazioni richiama gli incentivi già stabiliti nel Terzo Conto Energia ponendo “ulteriori incertezze a detrimento del settore fotovoltaico su un piano che sembrava, dopo faticose concertazioni, ormai stabilizzato e per il quale sono già stati avviati ingenti investimenti”. Contrarietà è infine stata espressa in merito alla possibilità, offerta dal Governo alle Regioni, di differenziare nel proprio territorio la soglia di potenza massima degli impianti autorizzabili tramite procedura semplificata. Ciò è in contrasto con uno sviluppo omogeneo del settore su tutto il territorio che sarebbe garantito da un’unica soglia in tutto il territorio nazionale, come previsto dalla legge delega. “Gli sforzi di contemperamento delle istanze del paesaggio e del territorio con quelle dello sviluppo economico non vanno perseguiti con limiti e divieti che modificano compromessi faticosamente raggiunti. Il rapporto tra sviluppo e territorio va spostato sul piano della pianificazione, piuttosto che su una profusione normativa che non risolve il problema alla radice ma, al contrario, aumenta le incertezze degli investitori”.

a cura della Redazione

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