
La situazione economica italiana peggiora ogni giorno di più e dopo aver messo sul lastrico migliaia di imprese, oggi inizia a mietere vittime anche tra i dipendenti, rendendo incerti quei pochi punti fermi che erano rimasti. A confermare il quadro arrivano anche gli ultimi dati emersi dall’indagine condotta da Confapi per Italia Oggi 7.
Certezza dei salari e la garanzia delle mensilità aggiuntive, questi erano gli elementi che, almeno per quei dipendenti che avevano avuto la fortuna di trovare un posto fisso e in regola, fungevano da punti fermi su cui poter fare affidamento.
Ebbene oggi anche queste piccole certezze sono crollate, spazzate via da venti di crisi che hanno messo a dura prova quelle imprese che, pur essendo sopravvissute alla tempesta, navigano in balìa delle onde cercando di salvare il salvabile.
Ma per quanto ancora potranno resistere?
Nessuno può rispondere a questa amletica domanda, l’unica cosa certa è che, stando ai dati della ricerca, nel corso del 2012:
-il 4,5% delle aziende operanti nel settore manifatturiero con un numero di dipendenti assunti inferiore alle 30 unità, non è riuscita a retribuire con regolarità il personale impiegato in azienda;
-il 4% invece, non è riuscita a corrispondere regolarmente le mensilità aggiuntive.
Ma i dipendenti non sono gli unici a vantare crediti nei confronti delle imprese, anche l’Inps infatti è uno dei maggiori creditori delle imprese italiane.
Nel 2012 infatti, il 7% delle aziende non è riuscita a far fronte agli oneri contributivi previdenziali e, con l’acqua alla gola, ha chiesto aiuto allo stesso Ente, presentando regolare istanza di rateazione.
I dati suesposti, sono stati rilevati esaminando un campione composto da 500 imprese, ubicate in varie zone d’Italia come: Pavia, Milano. Bergamo, Monza e Milano e sono a dir poco inquietanti.
Ma la vera preoccupazione sale nel momento in cui si va a dare una voce a questi numeri e si ascolta la storia che queste percentuali raccontano.
La percentuale delle imprese che non riescono a rispettare una certa regolarità nel pagamento degli stipendi per esempio, ci racconta la tragica verità di un paese ridotto sul lastrico.
Realtà economiche abbandonate al proprio destino che si stanno lasciando andare cedendo progressivamente sotto la pesante spinta della crisi economica e che registrano dati ogni anno più catastrofici.
Il confronto tra i dati disegna il quadro economico
Il celere declino è facilmente percepibile semplicemente andando ad analizzare i dati relativi al 2011 e confrontandoli con gli ultimi riferiti all’anno 2012.
Nel 2011 la percentuale di imprese insolventi nei confronti dei dipendenti era praticamente pari a zero.
Per quanto concerne le istanze di rateazione all’Inps, invece, queste nel 2011 sfioravano le 28.000 unità, mentre nel 2012 è pari a 45.000.
Cosa fare?
Si deve ritrovare la fiducia nelle piccole e medie imprese, lo Stato deve sostenere la piccola imprenditoria e le banche devono favorire l’accesso al credito.
Le aziende hanno sete di liquidità e per incrementare le risorse monetarie liquide ricorrono in modo sempre maggiore alle varie forme di finanziamento. Soltanto nel 2012 c’è stato un incremento percentuale delle richieste pari al 21% rispetto al 2011. Un dato sensazionale che ancora una volta testimonia l’estrema necessità delle aziende di poter contare sul supporto degli istituti di credito.
Un supporto che non deve mancare, perché l’Italia è un Paese che ha bisogno di un rilancio economico e per farlo si deve tornare a credere nell’impresa.